Le prime aziende hanno cominciato ad utilizzare il codice a barre non tanto per una specifica esigenza interna, ma per soddisfare una precisa domanda della propria clientela, che ne richiedeva la presenza obbligatoria sul prodotto. I primi ad utilizzarlo furono le grosse catene di distribuzione quali i supermercati e gli ingrossi. Inizialmente, questo processo di codifica del prodotto veniva imposto ai fornitori, che lo interpretavano come una "perdita di tempo e di denaro", dovendosi oltre che dotare delle apparecchiature di stampa, capire la funzionalità di uno strumento sconosciuto.
Le stesse aziende, a distanza di pochi anni, si sono ricredute, avendo capito che dal prodotto etichettato con il codice a barre potevano trarre benefici per la propria gestione aziendale: dalla produzione, alla gestione del magazzino, dalle spedizioni alle vendite.


Il Codice a Barre può` essere definito come una simbologia o un alfabeto per la codifica di informazioni in un formato tale da poter essere acquisito automaticamente da sistemi di lettura dedicati, ed essere trasferite al sistema informativo; in gergo tecnologico potremmo tranquillamente definire il codice a barre come un sensore del computer.
Il computer e` stato protagonista dello sviluppo tecnologico degli ultimi decenni, durante i quali si e` venuto ad affermare in ogni ramo di attività` grazie alla sua capacita` di elaborare enormi quantità` di dati in tempi brevissimi, di raccogliere ed archiviare l'informazione in spazi ridotti, di controllare processi industriali, ecc.; tuttavia presenta un lato debole che da sempre ne ha limitato l'efficienza: l'interfaccia con il mondo esterno, e particolarmente l'acquisizione delle informazioni.
Il Codice a Barre viene usato in molti settori perche' ha dimostrato di essere una tecnologia adattabile e di successo.
Questo per far capire che l'applicazione del sistema di identificazione automatica, in quest'ultimo decennio, è andata di pari passo all'evoluzione delle stesse aziende che lo avevano adottato; e più un'azienda cresceva, più il ruolo del codice a barre assumeva importanza.


La scelta del tipo di codice a barre da adottare rappresenta il primo e più importante passo.
Un consiglio è quello di rivolgersi sempre ad aziende specializzate del settore, per apprendere suggerimenti utili sull'impiego, sulle nuove tipologie di codici esistenti e sui prodotti per la stampa e la lettura più appropriati.
Qui di seguito vi riportiamo dei brevi cenni sui principali codici a barre in uso.

CODE 39 : E’ il codice ideato per l’automazione dei processi nel settore industriale. Ha lunghezza variabile, può codificare caratteri alfanumerici e alcuni caratteri speciali, non richiede di norma il check-digit perchè ha una struttura di codifica che offre una notevole sicurezza contro gli errori di lettura. Il suo nome deriva dalla sua struttura: ogni carattere è formato da 9 elementi (barre o spazi), di cui 3 larghi (e 6 stretti) sul totale di 9.
Il rapporto tra barra larga e stretta può essere scelto da 2,2 a 3.
Dal codice 39 sono state create alcune varianti a livello nazionale, per utilizzi specifici, come il codice farmaceutico italiano.

CODE 32 (Farmacode): E’ il codice a barre utilizzato in Italia sulle confezioni dei prodotti medicinali. La rappresentazione a barre è un normale codice 39 a 6 caratteri, mentre la sottostante traduzione in chiaro, ottenuta in base 32, risulta in un codice numerico a 9 caratteri. Ciò consente la coerenza con i codici del prontuario farmaceutico, con il vantaggio di occupare meno spazio sulla confezione del prodotto. L’assegnazione del codice ai produttori dei medicinali è controllata dal Ministero della Sanità.

EAN 13 – EAN 8: Utilizzato per la codifica dei prodotti nella grande distribuzione organizzata. E’ un codice numerico, a lunghezza fissa di 13 caratteri (8 caratteri per l’EAN 8) attribuito alle società produttrici dalla Indicod,* secondo il seguente criterio: caratteri del codice da sinistra verso destra 80 12345 67890 7 = 80 Codice nazione (l’Italia ha assegnati da 80 a 83) – 12345 Codice produttore (Assegnato da Indicod) - 67890 (Codice di prodotto) – 7 Check digit (Carattere di controllo). Il codice EAN può essere dotato di un “postambolo” a 2 o a 5 caratteri; può così essere utilizzato per la codifica dei libri e sui periodici, per agevolare il controllo dei resi invenduti.
Il codice UPC a 12 caratteri, è l’equivalente dell’EAN 13 – 8 e viene utilizzato in USA.

CODE128: L’utilizzo pratico di questo codice si sta affermando sempre più nel campo industriale. Una versione particolare è il codice EAN 128,utilizzato sugli imballi dei prodotti di largo consumo per codificare informazioni utili all’azienda per l’automazione e il controllo del processo produttivo (per esempio il lotto e la data di produzione).

INTERLEAVED 2/5: Per la capacità di codificare la stessa quantità di caratteri in uno spazio più ridotto, è l’alternativa più frequente al CODE 39 per le applicazioni nell’industria. Però a differenza del CODE 39 può codificare solo caratteri numerici. Ogni carattere è formato da 5 elementi di cui 2 larghi; nelle barre sono codificati i caratteri in posizione dispari nel codice, mentre gli spazi intercalati (interleaved) alle barre sono utilizzati per la codifica dei caratteri in posizione pari.

MONARCH (Codabar): Per le sue caratteristiche di elevatissima sicurezza contro il pericolo di errori di lettura, questo codice viene tipicamente utilizzato nel settore medico-sanitario, per l'identificazione e l'associazione al paziente di provette, referti di analisi e sacche del sangue. Trova inoltre utilizzi nel settore fotografico, sulle buste consegnate ai/dai laboratori di sviluppo, sui rullini foto/diapo, ecc. È un codice numerico, corredato però da caratteri start/stop alfanumerici.
Codici bidimensionali “stacked”: Si tratta di codici ottenuti sovrapponendo fra loro (a stack) codici (o moduli di codici) monodimensionali. La principale motivazione che ha portato allo studio di tali codici è la richiesta di potere contenere un grande numero di informazioni in spazi molto ridotti

PDF417: Creato per rappresentare “un File di dati portatile” direttamente accessibile con la lettura mediante uno scanner manuale o fisso. In tal modo diventano possibili applicazioni di enorme interesse, per esempio, nel settore trasporti e spedizioni e nel campo della prevenzione sanitaria: tutti i dati di una bolla accompagnamento merci, oppure tutte le informazioni della cartella clinica di un paziente, possono essere contenuti in uno spazio ridottissimo, volendo anche su un badge, ed essere catturati e immessi nel sistema informativo in un istante, semplicemente con la lettura automatica dello scanner. La sigla 417 deriva dalla struttura del codice, composta di moduli denominati “code words” ognuno dei quali contiene 17 elementi, composti in 4 barre e 4 spazi nella code word o codice parola.

Codici bidimensionali “matrix”: Diversamente dai codici bidimensionali detti “stacked” composto da più codici monodimensionali sovrapposti, nei codici bideminsionali a matrice l’informazione risiede nell’intero piano del codice. Questa tipologia di codice può essere letta solo da particolari lettori che catturano come una telecamera l’immagine in modo omnidirezionale. I vantaggi dei codici bidimensionali a matrice rispetto quelli “stacked” sono: dimensioni ancor più ridotte e più elevato numero di informazioni che aprono nuove frontiere nell’identificazione automatica come per esempio nell’ambito della microelettronica, dei trasporti, farmaceutico o per realizzare database portatili.
Datamatrix: E’ il codice bidimensionale a matrice più comune essendo tra i più affidabili ed estremamente compatti. Un algoritmo di correzione degli errori permette di leggere il codice anche se risulta danneggiato il 25% dell’intero codice. Il Datamatrix è di forma quadrata o rettangolare e presenta una struttura a matrice con delle dimensioni variabili identificabili in righe per colonne comprese tra 10x10 e 44x44. All’interno del codice possono essere inseriti fino ad un massimo di: - 2334 caratteri ASCII di 7 bit - 1558 caratteri ASCII di 8 bit – 3116 cifre.

E’ facilemente identificabile poichè oltre alla forma quadrata presenta due lati ad angolo retto in cui si alternano quadrati neri che indicano le dimensioni e la posizione dei simboli. Può essere letto unicamente da particolari lettori che elaborano immagini (CCD imager).